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SCHELLING

L'Idealismo estetico Schelling si occupò inizialmente soprattutto di Immanuel Kant e Johann Gottlieb Fichte. La sua prima dissertazione  L'io come principio della Filosofia  (1795) era molto vicina alle idee di Fichte. Schelling mantiene infatti il motivo fichtiano del primato della filosofia pratica, come attività articolata in tre momenti: espansione creativa e infinita dell' Io , produzione inconscia di un limite che vi si contrappone, presa di coscienza e superamento di una tale auto-limitazione tramite l'agire etico; Schelling le dà però una diversa connotazione, nella quale anche il momento del non-Io viene valorizzato. Non più solo l'idealismo, ma anche il realismo viene dunque giustificato, nel tentativo di dare organicità e coerenza al kantismo su un piano ontologico. Influenzato da Spinoza, finisce così per conciliare il criticismo con il dogmatismo: questi due sistemi filosofici, che a prima vista sembrano inconciliabili, sono in realtà convergenti,
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FICHTE

L'Idealismo critico Il principio della scienza va ricercato restando nell'ambito del criticismo, cioè partendo dalla coscienza trascendentale. Questo principio non può essere la rappresentazione di Reinhold, perché questa si presenta come un  fatto  privo di spiegazione. Ogni fatto va invece ricondotto al motivo, alla ragione del suo costituirsi, ovvero all' atto  che lo pone. La filosofia per Fichte è dunque muovere dal condizionato, cioè dal contenuto della coscienza, per ricercare le condizioni che la rendono possibile. All'origine della coscienza Fichte pone l'intuizione dell'Io, assimilandola all' io penso  di Kant e all'intuizione della legge morale kantiana. Questa, come autointuizione, deve essere un atto assolutamente incondizionato, altrimenti non sarebbe il principio primo: è quindi un fondamento che si pone da sé; ed è un atto perché il suo essere è essenzialmente un  porsi . Esso è dunque al contempo un conoscersi e un agire:

CRITICA DEL GIUDIZIO

Si analizza la facoltà del sentimento ( facoltà del giudizio) intesa come organo dei giudizi riflettenti i quali si distinguono da i giudizi determinati che determinano l' oggetto fenomenico, e si dividono in giudizi estetici che riguardano il rapporto tra il soggetto e la rappresentazione dell'oggetto e ne valutano l'accordo e teologici che colgono l' ordine finalistico interno degli oggetti stessi. Si afferma che il giudizio estetico nasce dal sentimento (di piacere o dispiacere) esso è contemplativo disinteressato e universale infatti in tutti gli uomini esiste un senso comune il quale coglie l' accordo tra l' immagine della cosa e le nostre esigenze di unità e finalità, infatti Kant afferma ch e la bellezza non è nelle cose ma nel soggetto che le percepisce.

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

Si afferma che la legge è un "fatto della ragione" ed è incondizionata e universale, essa ha la forma del "comando" in quanto deve contrastare la sensibilità e gli impulsi egoistici che esistono nell'uomo accanto alla razionalità. La ragion pratica coincide con la volontà che è la facoltà che permette di agire sulla base di principi normativi:                1. le massime=prescrizioni di carattere soggettivo,                2. gli imperativi = prescrizioni di carattere oggettivo che si dividono a loro volta in            imperativi ipotetici e imperativi categorici L'azione è morale quando è compiuta solo in vista e per rispetto del dovere e quando soddisfa il principio di  universalizzazione.

L'IO PENSO

Si tratta di un concetto importantissimo nella filosofia kantiana, l' io penso è inteso come struttura mentale universale "principio supremo della conoscenza umana". L' IO è definito anche AUTOCOSCIENZA , tale principio chiarisce la sua attività attraverso i giudizi che si basano a sua volta in categorie, principali funzioni unificatrici dell'intelletto. In base a questo principio Kant afferma che l' io penso è il legislatore della natura intesa come realtà fenomenica diversa dalla realtà noumenica. LA DISTINZIONE TRA FENOMENO E NOùMENO FENOMENO: costituisce l'oggetto nel suo rapporto con il soggetto, ovvero ciò che appare al soggetto in virtù delle sue facoltà conoscitive. NOUMENO: realtà delle cose in sé, ciò che si trova oltre il mondo fenomenico.

CRITICA RAGION PURA

La critica della ragion pura è un trattato sistematico con una struttura rigorosa dove si riflette l' architettura della ragione umana. E' suddivisa in due parti: La dottrina degli elementi dove si parla della scomposizione della ragione nelle sue parti fondamentali.  Si divide in estetica trascendentale e logica trascendentale , la prima analizza la conoscenza sensibile (spazio e tempo) e le sue forme a priori mentre la seconda studia il pensiero e le sue regole. La logica trascendentale  si divide in Analitica trascendentale che ha come oggetto gli elementi di base dell' intelletto puro e in dialettica trascendentale che ha come base la facoltà della ragione e i suoi principi. La dottrina del  metodo: metodo di applicazione degli elementi formali.

IMMANUEL KANT

La riflessione kantiana sostiene che la metafisca è un capo di lotta in cui i pensatori si contrappongono l'uno all'altro senza riuscire a trovare soluzioni condivise ciò accade perché la filosofia non dispone di un criterio per distinguere inequivocabilmente il vero dal falso. I GIUDIZI DEL SAPERE SCIENTIFICO: Le preposizioni della scienza sono dette giudizi perché costituite da un soggetto e un predicato, quindi kant afferma che ci sono due tipi di giudizi: analitici = predicato già contenuto nel soggetto, sono giudizi rigorosi ma a priori cioè il loro contenuto non deriva dall'esperienza. sintetici= predicato offre un contenuto, giudizi a posteriori perché dipendono interamente dall'esperienza. LA RIVOLUZIONE COPERNICANA: Tradizionalmente si riteneva che fosse la mente a doversi adeguare con la realtà, ma Kant sostiene che è la realtà che si deve adeguare alle facoltà umane. La rivoluzione copernicana prospettata da kant consiste nell'ammettere che p